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Enoturismo: alla scoperta dei vigneti di Francia

[Dossier realizzato dalla FNCA]

 

Ammirare paesaggi eccezionali, scoprire tecniche e saperi custoditi da uomini e donne animati da una vera passione, sperimentare nuovi sapori... Ai sempre più numerosi estimatori, l'enoturismo offre mille modi di partire alla scoperta delle ricchezze vitivinicole francesi. Riflettori puntati su un settore in piena espansione.

 

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I clienti stranieri sono curiosi di carpire le conoscenze dei viticoltori e anche la storia dei luoghi.  

Grazie alla sua doppia posizione di prima meta turistica mondiale e secondo produttore vitivinicolo del pianeta, la Francia possiede naturalmente un enorme potenziale in materia di enoturismo. Di fatto, il settore è in piena espansione e costituisce un volano di crescita importante per le filiere vitivinicole e turistiche. Basta guardare i dati: "Si stima che l'enoturismo rappresenti introiti per 5,2 miliardi di euro all'anno, precisa Martin Lhuillier, responsabile del polo Destination vignobles d'Atout France, l'ente nazionale di sviluppo del turismo che gestisce, in particolare, il label Vignobles & Découvertes. Oltre 10 milioni di turisti varcano ogni anno la soglia delle tenute e delle cantine e l'affluenza aumenta di circa il 4% ogni anno". Tra il popolo degli enoturisti, si osserva una sovrarappresentanza di stranieri rispetto alle altre filiere del turismo. Oltre il 40% dei visitatori proviene, in particolare, da paesi vicini come il Belgio, il Regno Unito, i Paesi Bassi e la Germania, ma si assiste anche all'incursione di una nuova clientela, proveniente da latitudini più remote, come l'Asia e il Nord America, spesso più agiata e più esigente.

 

 

 

Dall'acquisto del vino all'esperienza totale

La vendita di vino costituisce sempre la sfida prioritaria dell'enoturismo: mediamente, una visita presso un viticoltore si traduce in una spesa da 100 a 110 euro per l'acquisto di vini. Ma la clientela straniera, e una parte crescente dei visitatori francesi, si mostra sempre più sensibile alla scoperta delle conoscenze dei viticoltori e della storia dei luoghi. Questa clientela viene per vivere un'esperienza totalizzante, enologica naturalmente, ma anche culinaria, culturale e umana. I più giovani si mostrano particolarmente interessati a conoscere il mondo del vino e delle tecniche di degustazione.

Premi per incoraggiare le iniziative più innovative

"Questi ultimi anni sono stati segnati da un vero e proprio pullulare di iniziative in tutte le regioni vinicole, prosegue Martin Lhuillier. Tutte le categorie di operatori ci mettono del loro: viticoltori, ristoratori, enoteche, imprese del settore alberghiero, tour operator, enti locali, istituti culturali... L'enoturismo alla francese sta cambiando marcia, sia in termini di differenziazione dell'offerta che di qualità ricettiva. Stiamo recuperando il ritardo che potevamo avere nei confronti dei grandi pionieri del settore, ossia la Napa Valley in California e i vigneti sudafricani". 

È questa dinamica che Atout France ha voluto incoraggiare, associandosi alla rivista Terre de Vins e al Crédit Agricole per lanciare i primi Trofei dell'enoturismo. L'obiettivo: dare risalto, valorizzare e incoraggiare le aziende, i castelli vinicoli e le cantine cooperative che si prodigano quotidianamente per elaborare proposte turistiche forti e adattate alle richieste della clientela francese ed estera. Per la prima edizione, che si è conclusa a fine marzo, sono state proposte 9 categorie e sono stati assegnati  trenta premi.

 

 

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Le cantine sotterranee della tenuta Ackerman si trovano a Saumur.

Arte in cantina

Il premio per la categoria "Arte e cultura" è stato assegnato alla Maison Ackerman. "Fondata nel 1811 la Maison Ackerman è pioniera nella produzione di bollicine nella valle della Loira. Le nostre cantine si trovano a Saumur, spiega Julien Goudeau, responsabile per il turismo e le pubbliche relazioni. Hanno una particolarità che le rende uniche al mondo: sono sotterranee e si estendono per  7 km, offrendo allo sguardo volumi monumentali scavati nel tufo". Questo luogo straordinario è ben noto ai turisti e da diversi decenni è aperto al pubblico. Ma è grazie alla politica creativa contemporanea adottata dal 2015 che la maison di Saumur è riuscita ad aggiudicarsi il premio. "Abbiamo creato una residenza artistica in collaborazione con la vicina abbazia reale di Fontevraud. In questo contesto, invitiamo degli artisti a creare degli allestimenti speciali per le nostre cantine, per una durata di tre anni. Proponiamo 3 opere permanenti in loco". Quest'anno, i 40.000 visitatori attesi potranno così scoprire il lavoro del fotografo e regista Bertrand Gadenne, una spettacolare sala delle colonne ideata da Séverine Hubard e l'enigmatica loggia di legno dei fratelli Chapuisat.

 

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Lo Château Feely a Saussignac propone visite a partire da un'ora fino al tour di 5 giorni.

Sulle tracce della biodinamica

Destinazione Dordogna, per la precisione Saussignac, per partire alla scoperta dello Château Feely, vincitore nella categoria "Pedagogia e valorizzazione dell'ambiente". In questo castello si parla di vini naturali e agricoltura biodinamica con passione... e un leggero accento sudafricano. "Con mio marito Sean, ci siamo trasferiti nella regione nel 2005 per realizzare il nostro sogno di diventare viticoltori biologici, spiega Caro Feely. In poco tempo, l'enoturismo è diventato una realtà." Nel 2010, la coppia compie un passo decisivo, aprendo una seconda struttura, uno spazio di degustazione e una scuola enologica che dispensa corsi di formazione certificati dal prestigioso Wine Spirit Education Trust. Oggi, lo Château Feely propone diverse formule "scoperta", dalla visita di un'ora al tour di 5 giorni, nonché una formula degustazione "abbinamenti pietanze/vini" ideata in collaborazione con uno chef stellato. "Quest'anno, abbiamo introdotto anche un percorso pedagogico che ci sta particolarmente a cuore. Attraverso questa passeggiata nelle nostre vigne, abbiamo voluto spiegare i grandi principi della vinificazione biologica e biodinamica e mostrarne l'importanza di fronte alle attuali sfide ambientali". Questa visita innovativa è al tempo stesso fisica e virtuale, in quanto i suoi contenuti pedagogici sono accessibili tramite dei codici QR posizionati lungo tutto il percorso e sul sito Internet chateaufeely.com.

 

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Lo Château de Santenay propone l'organizzazione di matrimoni e di eventi rivolti alle imprese.

Ci sono anche i grands crus!

Anche presso CA Grands Crus, filiale del Crédit Agricole che riunisce cinque prestigiose tenute nella regione di Bordeaux e lo Château de Santenay in Borgogna, l'enoturismo sta diventando una realtà. "È stato lo Château de Santenay a fare da apripista, aprendosi agli eventi aziendali e ai matrimoni, sottolinea Marine Lemmens, responsabile marketing e comunicazione di CA Grands Crus. Quest'anno abbiamo completato l'ultima tappa di un'importante ristrutturazione, che permette ai nostri visitatori di scoprire in condizioni privilegiate il patrimonio architettonico unico di Santenay e tutta la ricchezza della sua gamma di 25 vini. Abbiamo inoltre elaborato un percorso VIP che consente alla nostra clientela di scoprire il vitigno e degustare i nostri migliori vini in una cornice privilegiata". A medio termine, alcune tenute della regione di Bordeaux facenti parte di CA Grands Crus potrebbero ispirarsi alle iniziative proposte a Santenay, per addentrarsi, a loro volta, nell'era del turismo vitivinicolo...

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