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Sviluppo sostenibile, RSI, IR… cosa li unisce?

Si sente spesso parlare di sviluppo sostenibile, responsabilità sociale d'impresa (RSI) e investimento responsabile (IR). Ma cosa unisce questi concetti?

Développement durable, RSE, IR… quel est le lien ?

Sviluppo sostenibile

Cominciamo dall'origine della nozione di sviluppo sostenibile
Per molto tempo, con la crescita economica e demografica l'umanità ha continuato a inquinare la Terra sfruttando le risorse naturali come se fossero inesauribili.
Negli anni 70 e 80, una serie di grandi catastrofi ambientali e industriali causate dall'uomo ha scosso l'opinione pubblica. Citiamone alcune: l'incidente in una fabbrica chimica di erbicidi in Italia con conseguente emanazione di una nube tossica, i naufragi di varie petroliere, l'incidente nucleare di Three Mile Island negli Stati Uniti… Queste catastrofi hanno favorito la consapevolezza dell'urgenza della situazione e della necessità di agire per proteggere la Terra.

 
el 1987 una commissione indipendente presieduta dalla norvegese Gro Harlem Brundtland, all'epoca prima ministra della Norvegia, è stata incaricata di analizzare la questione dello sviluppo economico e della protezione dell'ambiente. La commissione ha redatto una relazione, il rapporto Brundtland, dal titolo: "Our Common Future", in cui si è fatta menzione per la prima volta della nozione di sviluppo sostenibile che deve conciliare sviluppo economico e protezione dell'ambiente.

Lo Sviluppo sostenibile, per citare la definizione del rapporto Brundtland, è un tipo di sviluppo che risponde nel modo più efficace possibile alle esigenze attuali dell'umanità senza compromettere la possibilità per le generazioni future di continuare a soddisfarle. A tale scopo si deve cercare l'equilibrio tra 3 pilastri: protezione sociale (rispondere alle necessità della società), sviluppo economico, protezione dell'ambiente.

Responsabilità Sociale d'Impresa

Da questo concetto deriva anche la RSI - Responsabilità Sociale d'Impresa-, che è l'attuazione dello sviluppo sostenibile a livello delle imprese e corrisponde all'insieme di azioni che un'impresa può intraprendere per promuovere lo sviluppo sostenibile. Le imprese che implementano i criteri RSI nella loro strategia e nella loro politica generale così facendo mirano ad avere un impatto positivo sulla società, sui loro collaboratori, sui fornitori, sugli azionisti e sull'ambiente… pur rimanendo economicamente redditizie.

Investimento responsabile

L'investimento responsabile, sotteso dall'acronimo IR, è l'applicazione del concetto dello sviluppo sostenibile agli investimenti finanziari. Questo approccio permette di selezionare i titoli emessi da soggetti economici (imprese, Stati, organismi sovranazionali, ecc.) in cui investire in base a due dimensioni complementari: l'analisi finanziaria tradizionale e l'analisi detta extra finanziaria. L'IR comprende al tempo stesso l'universo degli investimenti propriamente detti ISR, selezionati tenendo conto sistematicamente dei criteri Ambientali, Sociali e di Governance, e altri investimenti che hanno un approccio ESG (Tematica ESG, Esclusione, Assunzione di impegni…).

Il report RSI / Dichiarazione di performance extra-finanziaria

Il report RSI (o sulla responsabilità sociale d'impresa) è un documento periodico (in genere annuale) pubblicato da un'impresa per dare conto delle sue azioni e dei risultati ottenuti in materia di responsabilità sociale d'impresa. Si tratta dunque di un documento che sintetizza e rende pubbliche tutte le informazioni sulle azioni attuate dall'impresa al fine di rispettare i principi dello sviluppo sostenibile. Oggi il report RSI si chiama ufficialmente la dichiarazione di performance extra finanziaria, diventata obbligatoria dal 2017.
In Francia, certe imprese hanno l'obbligo (in particolare da quando sono state varate le leggi dette lois Grenelle II nel 2010) di redigere il report RSI con frequenza annuale. Si tratta delle imprese quotate in Borsa, con fatturato superiore a 100 milioni di euro o organico superiore a 500 dipendenti.

 
Alcuni dati*

  • Nel 2020 il 24% dei risparmiatori non aveva mai sentito parlare di IR (era il 32% nel 2019).
  • Nel 2020 il 31% dei risparmiatori deteneva quote di fondi IR (era solo il 21% nel 2019).
  • Il 44% dei risparmiatori sondati si dice disposto ad investire oltre il 30% del proprio patrimonio in prodotti IR e il 22% oltre la metà.

*Fonte: studio CPRAM – edizione 2020

Per saperne di più:

» La finanza responsabile - Investire diversamente:

  • Cos'è l'Investimento Responsabile (IR)?
  • I criteri ESG
  • La scelta dei fondi d'investimento
  • Le certificazioni

» L'investimento responsabile: combattere gli stereotipi

  • "L'IR rende meno rispetto ad un investimento tradizionale"
  • "L'IR è solo un concetto di moda"
  • "L'IR non è concreto"
  • "L'ISR non ha effetti tangibili"

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